The Bourne identity

 In Film

Focus: la ricerca della propria #identità, il crearsi una nuova vita e la #predestinazione che, non essendo ben esplicitata, diventa atemporale facendo funzionare gran parte del coinvolgimento del film.

The #Bourne Identity è un #film del 2002 diretto da Doug #Liman.

Liberamente tratto dal romanzo Un nome senza volto di Robert Ludlum del 1980, racconta la storia di un uomo misterioso (#MattDamon), che non ricorda nulla del proprio passato, ma che è oggetto di una caccia inesorabile per eliminarlo; nel cast anche Franka Potente, Chris Cooper, Clive Owen, Brian Cox, Adewale Akinnuoye-Agbaje e Julia Stiles.

 

Molto interessante rimane tutto il discorso tematico relativo all’identità del protagonista e al suo percorso di #crescita all’interno del film. #JasonBourne è allo stesso tempo un uomo senza identità alla ricerca del suo #passato, ma che è desideroso – una volta raggiunto l’obiettivo – ad abbandonarlo di nuovo per iniziare una nuova #vita. Un gioco di inseguimenti che non coinvolge solo Mini Cooper rosse per le strade di Parigi, ma pure il passato e il futuro. Il tutto inserito in un mondo tecnologico, che mostra già le prime connessioni interpersonali (elemento non presente nel romanzo originale per ovvie ragioni – è del 1980! -) e che punta i riflettori su una sorta di predestinazione che ha il sapore della mitologia. Jason Bourne, per quasi tutta la durata del film, si ritrova in un’esistenza che non si è scelto. Gli stessi sicari che tentano di ucciderlo sembrano pedine, marionette di burattinai che gestiscono le vite di tutti, costretti a seguire ordini o a suicidarsi in caso di fallimento. Ritrovare l’identità per Bourne significa venire a patti con il proprio passato di marionetta e recidere i fili per essere finalmente sé stesso. È un discorso che il film non affronta mai di petto, ma lascia sullo sfondo, e in questo modo lo rende sempre attuale.

 

 

Post recenti