La vittima
Come promesso ecco il TERZO ricattatore morale che induce sensi di colpa.
LA VITTIMA
L’immagine della vittima è ben incisa nella nostra cultura: è l’immagine familiare di una donna dalla faccia triste, seduta in un appartamento buio, in attesa che uno dei suoi figli le telefoni. « Come sto? » chiede quando il telefono infine suona. « Mi chiedi come sto? Non mi telefoni, non vieni a trovarmi. Hai dimenticato la tua stessa madre. Per quello che ti importa di me, potrei anche infilare la testa nel forno e aprire il gas. »
Ogni vittima è convinta che, se si sente infelice, malata e sfortunata, c’è un’unica soluzione: che noi le diamo ciò che vuole, anche se non ci ha mai detto di che cosa si tratta. Non fanno minacce, e neppure minacciano di farsi del male. Ma ci fanno sapere in modo inequivocabile che se non facciamo quello che vogliono, loro soffriranno, e la colpa sarà solo nostra. Quest’ultima parte dell’accusa spesso non viene espressa a parole ma, come vedremo, può fare miracoli nella coscienza del bersaglio scelto da una vittima.