Il mito

 In Relazioni

La prima consapevolezza come individuo nel mondo la si ha nell’adolescenza ed il primo incontro con l’altro è con un “altro ideale mitico”. Tutti noi dovremmo sperimentare questo tipo di incontro e solitamente l’oggetto interessato è un mito, distante e completamente ideale es.: cantanti, attori, l’insegnante…

 

In questa fase, spesso, ci si innamora idealmente anche di qualcuno realmente vicino a noi, solitamente è un innamoramento fulmineo che dura solo qualche giorno, perché l’idea con cui abbiamo rivestito l’altro cambia e la persona che fino al giorno prima sembrava la migliore del mondo ora non lo è più.

Questo è un processo molto importante perché da una parte ci fa ritornare al nostro grande amore primario, la mamma (o chi per lei) e dall’altra parte facciamo le prove generali per quando ci confronteremo con la controparte amorosa in carne ed ossa, è un allenamento amoroso.

Cosa succede se ci accorgiamo che non abbiamo vissuto nel mito ? Oppure, stiamo ancora vivendo nel mito e non siamo più teenager ?

Nel primo caso, non aver vissuto il mito ci può rendere più fragili ed insicuri nelle nostre scelte, potremmo idealizzare il compagno o la compagna con cui ci relazioniamo e vivere lui o lei come il mito, non rapportandoci in un modo “vero” e aperto e non vivendo appieno la relazione

Nel secondo caso dovremmo chiederci se forse non abbiamo paura ad affrontare la relazione con l’altro, paura ad innamorarci. Spesso raccontiamo a noi stessi che non c’è nessuno che sia all’ altezza delle nostre aspirazioni, restando ancorati ad un ideale che difficilmente potremo incontrare in carne ed ossa. Non ci resta in questo caso che interrogarci sulle nostre paure e sul nostro vissuto della prima infanzia, dove potrebbero esserci punti oscuri non risolti, non vissuti.

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